Andrea Bellacicca e Filippo Jatta per FV4 Manca ormai poco all'inaugurazione della quarta edizione di FUORI VISIONI, il festival che dal 2015 a oggi ha regalato a Piacenza l'occasione di un confronto diretto con l'arte contemporanea e con i suoi più giovani attori. Il tema di quest'anno è complesso, concentrato su quella che probabilmente è una delle più dibattute e controverse caratteristiche della nostra attualità: il controllo. E' un controllo viscerale, ineluttabile, quello che si nasconde dietro un like su Facebook e un segui su Instagram; è il sottile senso d'inquietudine che abbiamo provato quando è emerso lo scandalo di Cambridge Analitica e quando sono scoppiate le teorie di Edward Snowden. E' un controllo reale – che gli artisti di FUORI VISIONI scelgono di analizzare in tutte le sue sfumature e di trascinare al centro del palcoscenico, nello spotlight di questo festival.
Ma si può combattere il controllo? E' possibile utilizzare i numerosi e stupefacenti strumenti che abbiamo a nostra disposizione nell'era del digitale per offrire nuove soluzioni positive, per cambiare materialmente il mondo in cui viviamo? Secondo due dei nostri ospiti, si. Andrea Bellacicca, fisico PhD specializzato in biomimetica e modellizzazione di sistemi complessi , e Filippo Jatta, SEO (n.d.a., Search Engine Optimizer), contribuiscono al dibattito presentando il risultato di un lungo lavoro di analisi sulla blockchain e sulle potenzialità che nasconde. Doodleonchain – questo il nome del progetto – è il frutto di una riflessione non priva di implicazioni filosofiche che può rivoluzionare il modo di pensare alla blockchain e all'arte: una piattaforma polifunzionale che permette letteralmente di generare opere d'arte, e al contempo di registrare in maniera immediata e incontrovertibile la paternità di un'opera. Come? Con un semplice click. Partiamo dal principio. Com'è nato Doodleonchain? Quando avete iniziato a lavorare al progetto? FJ: Il progetto è partito come esito della passione di Andrea per tutto quello che riguarda le criptovalute. Inizialmente mi ha mostrato dei suoi studi relativi al classico trading in bitcoin, Ethereum e altro: ho analizzato il progetto e mi è piaciuto molto, quindi l'ho finanziato e sostenuto. Successivamente - discutendo delle criptovalute, degli andamenti dei mercati e delle possibili applicazioni della blockchain - ad Andrea è venuta quest'idea... AB: Avevo appena finito il dottorato l'anno scorso ed ero rimasto piuttosto scottato dal mondo della ricerca – come qualsiasi dottorando. Avevo bisogno di aria, e mi sono avvicinato al mondo della blockhain. Ho iniziato a studiarla da una prospettiva diversa da quella delle previsioni di mercato, l'ho studiata approfonditamente sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista filosofico... Da un punto di vista filosofico? Esiste una filosofia nella blockchain? AB: Si. La blockchain è uno strumento che nasce per essere di tutti. Nasce libero, per la libertà di comunicazione e di scambio. A differenza di quanto riportano i telegiornali non è uno strumento che ti rende ricco in pochi giorni, è uno strumento che ti permette di essere incensurabile in un mondo in cui l'informazione è altamente manipolabile. Inoltre non dipende da un ente centrale – che sia una banca o altro. E' indipendente. Mi sono quindi trovato di fronte uno strumento tecnicamente molto complesso – ha degli influssi della Teoria dei Giochi, della crittografia, dei sistemi distribuiti, dell'intelligenza artificiale - uno strumento bellissimo, che tuttavia restava accessibile solo a tecnici altamente specializzati, che per vari motivi non hanno mai avuto l'interesse o il desiderio di spiegarlo a tutti.: è il primo controsenso della blockchain, quello che secondo me ha portato a tutte le truffe e speculazioni che ci sono state successivamente. Nel momento in cui non capisci qualcosa in primo luogo ne hai paura, specialmente se riguarda i soldi e se chiama in causa delle truffe. Capisco. In sostanza, cos'è Doodleonchain? AB: L'idea è semplice: Doodleonchain è un sistema, una piattaforma che ti permette di lasciare dei messaggi o pensieri sulla blockchain sotto forma di disegni. Essendo la blockchain incensurabile e aperta a tutti, questi messaggi lo sono di conseguenza. E' come scrivere su un muro che nessuno può più cancellare, ma che è visibile a tutti. Ti permette di lasciare un messaggio,per esempio un disegno, e di farlo liberamente. FJ: L'applicazione secondo me più importante di Doodleonchain è la capacità di testimoniare e provare con certezza che una determinata opera d'arte, file, video, immagine o documento è stato in tuo possesso in un determinato momento. Questo notarizza il diritto di proprietà. Un artista – o un autore in generale, penso a una mia amica che crea abiti – dovrebbe registrare il proprio marchio per ogni singola creazione presso la Camera di Commercio: sarebbe una trafila enorme, oltre che una spesa assurda. Invece con Doodleonchain è possibile dimostrare che un artista ha creato quell'abito, quel logo aziendale o quella determinata opera in quel momento, in quel giorno. Secondo me è la svolta più importante. Chi ha inventato il nome? FJ: In genere con i nomi non ho fantasia. Però, se non erro, stavolta l'ho tirato fuori io. Durante un brainstorming con Andrea ho immaginato qualcosa di simile a “disegno-on-chain”, o “paint-on-chain”. Andrea ha apprezzato l'idea e ha proposto “doodle”, perché suona meglio e significa proprio“schizzo”,“scarabocchio”, esprime simpatia. Insomma, io ho dato la base e Andrea l'ha perfezionata. Un bel gioco di squadra, no? Assolutamente. Scendendo nel dettaglio, l'applicazione di Doodleonchain al mondo dell'arte si verifica tramite la creatività della pixel art e tramite la registrazione della proprietà intellettuale. Considerando che gli artisti emergenti lavorano spesso con format non tradizionali, come si adatta Doodleonchain a questi format? Parlo di video art, parlo di performance, parlo di arte partecipativa... FJ: Su Doodleonchain può essere depositato qualunque tipo di file. Perfino un'idea – nel caso di un concept designer, per esempio. Altri esempi di registrazioni particolari attuabili su Doodleonchain sono le ambientazioni dei videogiochi, le mappe. Qualunque tipo di progetto, inclusi concetti e prototipi, può essere registrato. E' molto flessibile, è questo secondo me che lo rende interessante. Non è ancorato al tradizionale disegno, si può salvare davvero tutto. Poi la pixel art è il modo che abbiamo pensato – che Andrea ha pensato, in realtà – per renderlo immediatamente fruibile. AB: L'idea è di poter avere una prova, un'impronta digitale di una rappresentazione. Per un'opera digitale la risposta è diretta: caricando l'opera su Doodleonchain noi registriamo un codice – che è una rappresentazione matematica del tuo file – abbinato ai dati quali autore, data e orario sulla blockchain. L'opera diviene non solo incensurabile, ma anche potenzialmente anonima: noi registriamo un indirizzo, ma se l'indirizzo non è legato al nome di una persona resta anonimo. Questo può essere fatto con video, pagine web, poesie. Per quanto riguarda le opere fisiche, stiamo pensando a soluzioni basate su Internet of Things, cioè utilizzando micro-dispositivi collegati alla blockchain tramite internet e gps. Quindi si possono depositare anche documenti. Questo apre delle nuove prospettive, specialmente in ambito commerciale: parlo, per esempio, delle gallerie e delle case d'asta, che potrebbero tracciare in maniera indelebile i passaggi di mano di un'opera. AB: Di fatto Doodleonchain permette, una volta registrata la propria opera d'arte, di trasformarla in una moneta digitale. Questa moneta può essere venduta utilizzando la blockchain a qualsiasi acquirente. Nel momento in cui l'autore e l'acquirente associano i propri nomi a un indirizzo, l'opera trasformata in valuta digitale può essere trasferita da un indirizzo all'altro – indirizzo che funziona come un IBAN bancario, corrisponde a un conto corrente. In questo caso però avviene su blockchain. FJ: Doodleonchain permette anche di dimostrare un passaggio di proprietà. Facciamo un esempio: un'azienda che si occupa della produzione grafica di loghi deve mediamente presentare al cliente un minimo di dieci opzioni tra cui scegliere, correndo il rischio che qualcuno se ne appropri – non essendo state registrate. Doodleonchain permette la registrazione immediata. Allo stesso modo, a livello commerciale Doodleonchain permette anche di dimostrare che il passaggio di proprietà di un logo è avvenuto. Nel momento in cui la nostra azienda sceglie il logo e lo compra non solo c'è la transazione normale ma anche sulla blockchain. Così come tu avevi dimostrato che l'opera era tua, puoi dimostrare che l'opera che hai creato è stata venduta. Veniamo al festival. Come mai avete scelto di partecipare a FUORI VISIONI? AB: Abbiamo scelto di partecipare a FUORI VISIONI perché il tema interpreta il digitale come un nuovissimo strumento che si sta mescolando sempre di più con il mondo reale. In realtà l'idea è avvicinare le persone. Se non si educano le persone a queste nuove tecnologie si rischia di perdere delle grandi opportunità. Mi aspetto che il pubblico si incuriosisca alla blockchain, che la veda con occhi diversi. Che capisca che le truffe ci sono state, che l'attenzione si è focalizzata sul prezzo delle criptovalute, ma che questa è solo la punta dell'iceberg. Dietro c'è un universo di cui neanche noi riusciamo a vedere appieno le potenzialità proprio perché è quello che si dice un “sistema emergente”: le singole parti sono molto semplici, ma il modo in cui interagiscono provoca fenomeni quasi impossibili da prevedere. E' un po' come per le colonie di formiche o di api - il singolo insetto è inutile, ma insieme formano un multi-organismo geniale che ha colonizzato la maggior parte della biosfera. FJ: Inoltre Doodleonchain è nato proprio con l'idea dell'arte, di giocare con l'arte. Non sono un artista, ma mi piace molto l'arte – in particolare la musica. L'unico contributo che posso apportare in ambito artistico è fornire uno strumento con il quale qualcun altro, più bravo di me, possa creare. Il festival d'arte contemporanea è stato il primo pensiero, direi ideale, perché Doodleonchain è nato proprio così. Inoltre è un festival molto giovane. Il nostro progetto ha come target, piuttosto che l'artista ancorato a certe modalità e che quindi difficilmente andrà a fare transazioni in criptovalute, l'artista giovane o esordiente – precisamente il target di FUORI VISIONI. Si tratta di un festival assolutamente in linea con Doodleonchain. Cosa vi aspettate dal rapporto con gli artisti di FUORI VISIONI? FJ: Personalmente la cosa che mi interessa di più è vedere la reazione degli artisti. Penso che Doodleonchain sia una bella idea e possa aiutare, ma al lato pratico è ancora da testare. Sono molto curioso di vedere se gli artisti sono divertiti dalla possibilità di creare opere in pixel art immediatamente rivendicabili come proprietà, e se trovano interessante la possibilità della notarizzazione. Doodleonchain ha proprio due lati: uno è quello artistico, giocoso, che spero abbia un buon seguito; l'altro è quello di supporto vero e proprio. Sarei molto orgoglioso se dal festival venissero fuori delle piccole opere create al momento o studiate preventivamente dagli artisti – ma sono soprattutto curioso di scoprire se questo sistema può aiutarli concretamente a difendere le loro proprietà intellettuali. AB: Vorrei che gli artisti cogliessero le potenzialità della blockchain dal punto di vista filosofico. Per avvicinare uno strumento alle persone devi farlo conoscere, e quale modo migliore per farlo se non l'arte? L'arte può essere uno strumento potente per spiegare in parole semplici i concetti fondamentali della blockchain – la libertà, l'anonimato, l'incensurabilità e la trasformazione di sentimenti negativi in sentimenti positivi. Vorremmo dare la possibilità agli artisti di esprimere questi concetti attraverso gli strumenti che Filippo ed io – che in realtà siamo tecnici – siamo in grado di dare. Ovviamente ci aspettiamo anche critiche costruttive e suggerimenti su come migliorare il progetto o su come notarizzare in maniera più semplice la proprietà di un'opera. Andrea Bellacicca e Filippo Jatta presenteranno Doodleonchain durante FUORI VISIONI, in particolare i giorni 13/10/18 alle ore 21.00 e 14/10/18 alle ore 20.00. Oltre a porre le vostre domande, avrete la possibilità di toccare con mano le potenzialità del progetto e scoprire le infinite possibilità che la blockchain apre al mondo dell'arte. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a prendere visione del sito dedicato a Doodleonchain ( https://www.doodleonchain.com/ ) e, naturalmente, a unirvi a noi durante le presentazioni interattive presso l'ex chiesa di Sant'Agostino. a cura di Carlotta Biffi
2 Comments
10/10/2022 06:18:32 pm
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14/10/2022 01:21:52 pm
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