FUORI VISIONI è
ARTI VISIVE • DANZA • MUSICA • PERFORMANCE
FUORI VISIONI promuove la creazione contemporanea nelle sue diverse declinazioni e forme espressive, superando la tradizionale divisione di generi e luoghi di rappresentazione, incoraggiando l’interazione tra le diverse discipline dell’arte e della comunicazione.
È proprio l’interazione il focus del festival, sperimentare dialoghi tra le differenti forme d’arte, tra il pubblico e i performer; interazione intesa come scambio e comunicazione, condivisioni di spazi ed emozioni, interazione come questione etica e sociale. Tra installazioni audio-visive, performance e video, per tre giorni FUORI VISIONI indagherà il difficile panorama della contemporaneità, articolandosi in maniera eterogenea attraverso le voci di giovani artisti e le loro sperimentazioni. |
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Dalla prima edizione FUORI VISIONI ha avuto come palcoscenico lo spazio della città, diventando oggetto e soggetto di drammaturgia, in quanto il luogo di interventi che lo rendono di volta in volta funzionale allo spettacolo e portatore di un proprio linguaggio specifico.
Linguaggi diversi hanno incontrato l'architettura nei luoghi più suggestivi della città: piazza Duomo, Portici di Piazza Cavalli, Piazzetta Pescheria, il Museo di Scienze Naturali, l’ex Chiesa di Sant’Agostino divenendo da luogo scenico a sede concerti, da museo all’aperto a punto di ritrovo per il confronto del pubblico. Il Festival continua ad essere un intreccio di territorio, comunità e arte, in un gioco di valorizzazione reciproca. |
Credits: Effetre Photography
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#FuoriVisioni6
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Gli artisti, i performer, i musicisti, i relatori e il pubblico di FUORI VISIONI sono invitati in questa sesta edizione a ragionare sulla figurazione del muro e sullo spazio del confine, in un dialogo aperto che passa attraverso le dimensioni online e offline.
Tra eventi performativi, progetti artistici, esercizi di coscienza, dibattiti e incontri il festival invita a riappropriarsi del proprio spazio virtuale e reale, generando una libera zona di contaminazione tra prospettive differenti e un ponte di riconnessione con la città di Piacenza. |
Forse, più spesso di quello che si crede, per cercare ciò che siamo, abbiamo bisogno di quella ferita, di quello strappo. Proprio grazie a quella ferita –aperta- si intuisce ciò che ferita non è. E di questo sconvolgimento si deve fare memoria. Solo il dolore reso simbolo in una cicatrice è l’antidoto all’indifferenza. ”
- Mariangela Vitale