VII Edizione
2022 Fuori Visioni 7
CONCEPT BLA BLA BLA
VI Edizione
2020 | 2021 Fuori Visioni 6 - Atto I e Atto II | Piattaforma web e diversi luoghi e spazi di Piacenza
In risposta alle radicali trasformazioni innescate dall’emergenza sanitaria e in coerenza con la propria missione, Fuori Visioni ha scelto di adattarsi al panorama del suo contemporaneo e di assumere la forma di racconto in due capitoli.
L'emergenza sanitaria e la fase di lockdown hanno mutato radicalmente il nostro modo di percepire ed abitare il mondo, tanto nella sua dimensione fisica quanto nella sua manifestazione virtuale. Inserendosi al centro della frattura, Fuori Visioni 6 ha invitato il pubblico a riprendere possesso di entrambe le realtà: da un lato quindi ha affrontato il filtro bio-tecnologico che regola il nostro esistere online; dall'altro ha avviato un percorso di riappropriazione dello spazio urbano, a lungo inteso come luogo pericoloso e ostile. Il festival di arte contemporanea Fuori Visioni ha adottato quindi uno stile totalmente inedito e si è strutturato in due atti, suddividendo il tema in due sezioni. Il lavoro di ricerca sul tema ha richiesto un lungo periodo di approfondimento, lettura, studio e scrittura di testi critici che sono stati, poi, affidati agli artistǝ e collaboratorǝ. Ognuno di loro ha rielaborato il concept –nei due atti- secondo la propria personale suggestione. Anche per questa edizione, quindi, il concept è stato studiato e rielaborato in maniera laboratoriale con diversi momenti di confronto tra il team e tutti i partecipanti. La sesta edizione è stata caratterizzata da un ricco public program più ampio e denso, accogliendo il rischio di ampliare la platea di pubblico e il confronto non più solo con artistǝ, ma anche con professorǝ, giornalistǝ, scrittorǝ e operatorǝ culturali di diverse realtà associative italiane da noi intervistati. Fuori Visioni 6 - Atto I IL MURO è stato un progetto online attivo dal 11/09/2020 al 15/09/2020. Ha indagato il tema del muro in tutte le sue declinazioni, dalle dinamiche interpersonali ai meccanismi di gestione del potere transnazionali. Sono stati analizzati i mille volti del muro come simbolo e produttore di identità, attraverso le riflessioni di un nutrito team di artistǝ, espertǝ, musicistǝ e performer. Fuori Visioni 6 - ATTO II IL CONFINE è stato una mostra diffusa tra le vie del centro di Piacenza. Installazioni e performance sono state visibili dalle vetrine dei negozi e studi d'artista. La zona di confine è stata studiata nel segno dell'attraversamento della città, una riappropriazione degli spazi urbani percepiti così diversamente durante l’emergenza sanitaria. Si sottolinea ancora una volta il carattere internazionale del Festival per la presenza di artistiǝ di diverse nazionalità (Italia, Portogallo, Repubblica della Macedonia, Iran). Direzione artistica Fuori Visioni 6: Shiaron Carolina Monacaleano Team curatoriale Fuori Visioni 6 e testi critici: Mariangela Berardi, Carlotta Biffi, Shiaron Carolina Monacaleano, Luka Moncaleano, Mariangela Vitale |
CONCEPT - Tra muro e confine: porosità necessarie La narrazione di Fuori Visioni 6 si è sviluppata attorno a due perni tematici: mentre il primo atto ha affrontato in maniera sinergica e multidisciplinare il tema del muro, il secondo atto è entrato nel difficile territorio della zona di confine. Il muro e il confine sono due spazi densi di significato, spesso legati a un immaginario violento e opprimente. Strumenti di propaganda o zone di ibridazione, mezzi di una discriminazione legittimata o luoghi della negoziazione, monumenti alla spettacolarizzazione del potere o terra di nessuno: muro e confine si muovono sempre, per natura o per necessità, in un orizzonte conflittuale. Eppure, quando l’ultimo granello di polvere si è posato al suolo, il muro e il confine sono in grado di rivelare qualcos’altro: una nuova figurazione, una nuova geografia, una nuova identità. |
V Edizione
2019 | Fuori Visioni 5 | Ex Chiesa di Santa Maria della Pace | Open Space 360° Manicomics Teatro, via Scalabrini 19, Piacenza
La quinta edizione di FUORI VISIONI si inserisce come ultimo capitolo di un’interessante vicenda, quella dell’ex chiesa di S. Maria della Pace - oggi Teatro Manicomics. La storia del numero 19 di Via Scalabrini inizia nel 1821, quando l’ex monastero della Pace e la sua chiesa cinquecentesca vengono destinate a ospizio per giovani orfane: questa resterà la funzione del complesso fino al 1971, quando diverrà proprietà degli Ospizi Civili. La chiesa è dotata di una splendida facciata in cotto con portale in arenaria, restaurato dalla Banca di Piacenza attorno al 2005: gli interni sono arricchiti da diverse pale d’altare e ospitano una volta affrescata dal pittore novecentista Luciano Ricchetti (Piacenza, 1897 – Piacenza, 1997). Dal 2010 i suoi spazi sono destinati ad attività teatrali, artistiche e pedagogiche dalla Compagnia Teatrale Manicomics, che con il progetto Open Space 360° riapre i battenti della ex chiesa alla cittadinanza. Open Space 360° permetterà l’attivazione di nuove sinergie tra Fuori Visioni e Piacenza, generando dialoghi con le numerose altre realtà inseritevi.
Un appuntamento in tre tappe che ha convocato nel cuore di Piacenza alcune delle più dolorose e brucianti questioni della contemporaneità. Torna FUORI VISIONI, che in questa edizione sceglie di affrontare l’orizzonte contemporaneo addentrandosi all’interno delle sue pieghe più sensibili, con un taglio critico che fa della pluralità di voci il suo punto di forza. I progetti coinvolti in questa edizione hanno puntano a una visione performativa del tema: tra letture, dibattiti, performance, incontri, installazioni e video proiezioni, il festival diviene laboratorio di idee, strumento dinamico per l’elaborazione di nuove teorie nate dallo scambio reciproco tra artisti e pubblico. Direzione artistica Fuori Visioni 5 e curatela: Shiaron Carolina Moncaleano e Luka Moncaleano Testi critici: Mariangela Berardi, Carlotta Biffi, Shiaron Carolina Monacaleano, Mariangela Vitale |
CONCEPT - Il trauma
Cuore pulsante e punto di partenza dell’edizione 2019 è l’idea di trauma, intesa nel senso più ampio e vario possibile. Il trauma, inteso come evento privato o ferita collettiva, si fa spunto di riflessione per un’analisi su più livelli che si alimenta delle esperienze degli artisti coinvolti: dalla lettura in chiave antropologica alla prospettiva psicologica, dal sogno utopistico alla spietata disamina sociale, FUORI VISIONI mette in campo un intreccio di stimoli e suggestioni che passano attraverso i diversi linguaggi convocati e coinvolgono la collettività – chiamata a rispondere in prima persona alle domande formulate dagli artisti.
Cuore pulsante e punto di partenza dell’edizione 2019 è l’idea di trauma, intesa nel senso più ampio e vario possibile. Il trauma, inteso come evento privato o ferita collettiva, si fa spunto di riflessione per un’analisi su più livelli che si alimenta delle esperienze degli artisti coinvolti: dalla lettura in chiave antropologica alla prospettiva psicologica, dal sogno utopistico alla spietata disamina sociale, FUORI VISIONI mette in campo un intreccio di stimoli e suggestioni che passano attraverso i diversi linguaggi convocati e coinvolgono la collettività – chiamata a rispondere in prima persona alle domande formulate dagli artisti.
IV Edizione
2018 | Fuori Visioni 4 | Piacenza c/o Ex Chiesa Sant’Agostino
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CONCEPT - Il controllo
Mai come nel nostro mondo contemporaneo, viviamo in una società del controllo. Le logiche di mercato del capitalismo nelle sue forme attuali, lo sviluppo tecnologico, i dispositivi connessi in rete che sembrano ormai indispensabili; la raccolta dei big data, il profiling delle abitudini, l’utilizzo del web, dove ogni click viene registrato per comporre la nostra identità; marketing e sorveglianza sociale, politica, tutto passa dallo stesso medium, internet. Guardare ed essere guardati, rendersi visibili e condivisibili. Al controllo siamo sottoposti in ogni momento, ed anche quando i suoi meccanismi sono espliciti spesso non riusciamo a sottrarci ad esso, anzi vi collaboriamo quotidianamente. Il controllo, in un mondo dominato dalla paura del terrorismo e del diverso, sta diventando addirittura un bisogno richiesto come primario. Si cerca sicurezza, si ottiene una libertà solo apparente.
III Edizione
2017 | Fuori Visioni 3 | Piacenza c/o Museo civico di Storia Naturale
Con la terza edizione si accoglie la sfida di lavorare in uno spazio pubblico, di chiara definizione e tutt’ora in uso, il Museo Civico di Storia Naturale. Allestire uno spazio già ricco di opere proprie è stata un’occasione di crescita sia sul lato tecnico (posizionamento delle opere rispetto a quelle già installate nel Museo, vincoli strutturali e di tutela del bene storico, normative edilizie in materia di sicurezza) sia personale (il confronto con operatori del settore, con i tecnici e i dipendenti del Museo).
Si è riusciti pienamente a fare dialogare l’arte contemporanea e le opere museali presenti e a connettere pubblici diversi per interessi e passioni artistiche. Anche in questa edizione sono stati invitati artisti piacentini e di altre nazioni, sono state realizzate performance, installazioni fisse, opere visuali di varia tipologia. Formativo il dialogo con l’Amministrazione e i Delegati Comunali. Direzione artistica Fuori Visioni 3 e curatela: Shiaron Carolina Monacaleano e Anna Crepaldi |
CONCEPT – decrescita
Viviamo in una società della crescita, dominata da un’economia della crescita, siamo affamati di ogni cosa, assimiliamo tutto senza spesso capire a fondo di cosa si tratti. Abbiamo letteralmente risucchiato la vita al nostro pianeta, siamo sovrastati da una tartassante informazione virale, schiavi di bisogni superflui, non abbiamo più ideali né limiti. La mancanza di limiti culturali, politici, economici, geografici ed ecologici ci ha portato a un immenso caos sul quale non si ha più tempo di riflettere. L’intento del Festival è proprio quello di fermarsi e pensare, una specie di decrescita consapevole, un sospiro, un passo in dietro, un tentativo di autoriflessione per chiedersi verso cosa stiamo andando e cosa ci siamo lasciati dietro.
Questa operazione richiede prima di tutto una regressione quasi primitiva per risvegliare tutti i cinque sensi, ormai atrofizzati da una dittatura della vista, e un’introspezione sulle sensazioni e le emozioni più profonde della civiltà umana, per tornare a un linguaggio concreto, più genuino, un linguaggio che ci dia la possibilità di uscire dall’alienazione.
L’evoluzione c’è sfuggita di mano e il modo migliore per acquisirne la consapevolezza è fermarsi e fare un passo indietro. Fermarsi e cominciare a respirare, sentirsi prima di sentire.
Viviamo in una società della crescita, dominata da un’economia della crescita, siamo affamati di ogni cosa, assimiliamo tutto senza spesso capire a fondo di cosa si tratti. Abbiamo letteralmente risucchiato la vita al nostro pianeta, siamo sovrastati da una tartassante informazione virale, schiavi di bisogni superflui, non abbiamo più ideali né limiti. La mancanza di limiti culturali, politici, economici, geografici ed ecologici ci ha portato a un immenso caos sul quale non si ha più tempo di riflettere. L’intento del Festival è proprio quello di fermarsi e pensare, una specie di decrescita consapevole, un sospiro, un passo in dietro, un tentativo di autoriflessione per chiedersi verso cosa stiamo andando e cosa ci siamo lasciati dietro.
Questa operazione richiede prima di tutto una regressione quasi primitiva per risvegliare tutti i cinque sensi, ormai atrofizzati da una dittatura della vista, e un’introspezione sulle sensazioni e le emozioni più profonde della civiltà umana, per tornare a un linguaggio concreto, più genuino, un linguaggio che ci dia la possibilità di uscire dall’alienazione.
L’evoluzione c’è sfuggita di mano e il modo migliore per acquisirne la consapevolezza è fermarsi e fare un passo indietro. Fermarsi e cominciare a respirare, sentirsi prima di sentire.
La location – testo di Mariangela Berardi
Teatro del Festival FuoriVisioni sarà, per questa terza edizione, il Museo Civico di Scienze Naturali di Piacenza. Location stimolante e senza dubbio particolare. Il Museo ha sede infatti negli edifici dell’ex-macello comunale della città. Il complesso fu inaugurato nel 1894, e poi ampliato e completato nel 1912 con la costruzione della Fabbrica del Ghiaccio. L’impianto ha prodotto stecche di ghiaccio artificialmente fino al 1973, tramite un sistema basato sull’apporto di energia termica a bassa temperatura e utilizzo dell’ammoniaca come refrigerante.
I macchinari, che occupano in tutto tre stanze, sono ancora oggi conservati e visibili, poiché inglobati all’interno del percorso del Museo stesso.
L’allestimento particolareggiato degli ambienti naturalistici del territorio piacentino ha perciò come cornice le macchine stesse, natura e industria si fondono in un corto circuito particolarmente carico di significati.
In questi ambienti si andrà ad innestare l’arte contemporanea tramite il percorso espositivo, le installazioni e le performance di FuoriVisioni3. Contaminazione nella contaminazione, una scommessa che promette continue suggestioni!
Teatro del Festival FuoriVisioni sarà, per questa terza edizione, il Museo Civico di Scienze Naturali di Piacenza. Location stimolante e senza dubbio particolare. Il Museo ha sede infatti negli edifici dell’ex-macello comunale della città. Il complesso fu inaugurato nel 1894, e poi ampliato e completato nel 1912 con la costruzione della Fabbrica del Ghiaccio. L’impianto ha prodotto stecche di ghiaccio artificialmente fino al 1973, tramite un sistema basato sull’apporto di energia termica a bassa temperatura e utilizzo dell’ammoniaca come refrigerante.
I macchinari, che occupano in tutto tre stanze, sono ancora oggi conservati e visibili, poiché inglobati all’interno del percorso del Museo stesso.
L’allestimento particolareggiato degli ambienti naturalistici del territorio piacentino ha perciò come cornice le macchine stesse, natura e industria si fondono in un corto circuito particolarmente carico di significati.
In questi ambienti si andrà ad innestare l’arte contemporanea tramite il percorso espositivo, le installazioni e le performance di FuoriVisioni3. Contaminazione nella contaminazione, una scommessa che promette continue suggestioni!
II Edizione
2016 | Fuori Visioni 2 | Piacenza c/o Biblioteca Passerini Landi, Palazzo Ghizzoni Nasalli, Chiesa sconsacrata di San Cristoforo
La seconda edizione del Festival ha visto un numero crescente di artisti e un impegno su più giornate e più location. Il Festival si è aperto alla collaborazione di artisti di provenienza non italiana e di diverse età (si inizia la collaborazione con gli studenti del Liceo artistico Cassinari). Per la prima volta ci si è relazionati sia con strutture pubbliche sia private: uno degli obiettivi del Festival, infatti, è, già dalle prime edizioni, il dialogo con la città e le sue architetture, con particolare attenzione a quelle strutture limitatamente frequentate.
Il festival ha visto la collaborazione di diverse scuole di danza, con l’organizzazione di laboratori e lezioni. Si è maturata maggiore consapevolezza nell’allestimento e nella redazione del concept. Si è consolidata la collaborazione tra tutti i membri del team, studiando una efficace divisione dei lavori. Direzione artistica Fuori Visioni 2: Margherita Berselli, Gaia Gustamacchia e Shiaron Carolina Monacaleano Curatela Fuori Visioni 2: Shiaron Carolina Monacaleano e Anna Crepaldi |
CONCEPT- Il viaggio
Fuori dal sistema dell'arte al giorno d’ oggi c'è tutto un non detto, un non visto e un non raccontato che continua ad essere messo da parte.
Da questo nasce la nostra idea, accompagnare lo sguardo ad altro, toccando orizzonti diversi e tematiche lasciate ai margini dell’ informazione.
I partecipanti saranno invitati ad intraprendere un personale viaggio attraverso luoghi, suggestioni ed opere scelte ad hoc, con lo scopo di dar voce a giovani artisti e far rivivere la città.
Una dinamica relazionale che unisce arte, design, architettura e spettatori per dar vita ad un distretto artistico in continua e reciproca metamorfosi.
I Edizione
2015 | Fuori Visioni 1 | Piacenza c/o portici di Piazza Cavalli e Piazza Duomo
Con la prima edizione è iniziato un percorso di creazione di reti sociali indispensabili per fare conoscere il progetto e stringere relazioni di fiducia tra pubblico e tutti gli ideatori del Festival. Si è lavorato principalmente con artisti del territorio e collaborato con scuole di danza locali. Si è sperimentato l’allestimento di spazi aperti e pubblici e le conseguenti criticità e limiti che ogni inizio porta con sé. Già dalla prima edizione si respira la pluralità dei linguaggi, la ricerca nel contemporaneo e il desiderio di dialogo con la città e le sue organizzazioni di artisti e artigiani e tutti i cittadini. Abitare e attivare con l’arte i luoghi storici di Piacenza, vero tema di tutto il Festival.
Da quel 2015 Fuori Visioni è in continua crescita ed evoluzione. Fuori Visoni è un’opera d’arte collettiva che perdura ben oltre il Festival e inizia ben prima. È un percorso di ricerca. Direzione artistica e organizzazione Fuori Visioni 1: Margherita Berselli, Gaia Gustamacchia, Claudia Lozzi e Shiaron Carolina Monacaleano |
FUORI VISIONI
Festival di Arte Contemporanea
FUORI VISIONI nasce nel 2015 da un'idea di Gaia Guastamacchia e Shiaron Carolina Moncaleano, e da allora ha continuato a evolversi tramite le sinergie attivate con la città di Piacenza e con gli artisti che vi hanno collaborato.
Alla sua sesta edizione, il festival entra nel vivo del dibattito contemporaneo e accompagna il visitatore attraverso un racconto da vivere e assaporare, una narrazione liquida che dagli schermi dei computer e degli smartphone irromperà nelle piazze di Piacenza. |