V Edizione
2019 | Fuori Visioni 5 | Piacenza c/o Open Space 360° (Manicomics Teatro, Ex Chiesa Santa Maria della Pace)
La quinta edizione si è caratterizzata per una struttura volutamente più complessa perché arricchita da molti momenti di incontro e di laboratorio. Lo stesso concept, il trauma, è stato scritto in maniera laboratoriale dalla sintesi delle chiavi di lettura individuate da tutti i componenti del team a partire da testi guida. Le arti visive hanno così dialogato con romanzi e inchieste giornalistiche scelte dal team curatoriale e i molti momenti performativi hanno trasformato in corpo, danza, voce i testi scritti dal team e parti di Oceano mare di A. Baricco e Carnaio di G. Cavalli, i due riferimenti letterali principali.
Dalle ricerche degli artisti e dalla individuazione degli ospiti (operatori teatrali, scrittori, giornalisti, musicisti, associazioni già attive a Piacenza) è stato possibile strutturare il festival secondo tre principali tematizzazioni (traumi sociali, personali, urbani). La quinta edizione ci ha messo alla prova, quindi, con un public program più ampio e denso, accogliendo il rischio di ampliare la platea di pubblico e il confronto non più solo con artisti, ma anche con giornalisti e scrittori da noi intervistati. Si sottolinea ancora una volta il carattere internazionale del Festival per la presenza di artisti provenienti dalla Bosnia, dal Portogallo e dalla Germania. La scelta della location risponde allo scopo di essere un Festival attento alle realtà presenti in città e di supporto a quelle che operano nel sociale. Direzione artistica Fuori Visioni 5: Shiaron Carolina Monacaleano Curatela Fuori Visioni 5: Mariangela Vitale e Luka Moncaleano Comunicati stampa a cura di Carlotta Biffi |
CONCEPT - Il trauma Il trauma, che sia intimo e personale o collettivo e sociale, verrà studiato come primo segno di una rottura: uno strappo che produce un cambiamento e arriva a una svolta decisiva solamente quando, divenuto simbolo, trascende le condizioni precedenti. Un’analisi attenta del prima, del dopo e del processo di presa d'atto. Il concetto verrà scomposto e analizzato, secondo le sensibilità degli artisti, in chiave antropologica, psicologica, terapeutica, sociale. Si cercherà di restituirne una lettura, in bilico tra il sentire comune e il vissuto personale. Gli artisti quest’anno sono, quindi, invitati a riflettere sulle numerose declinazioni di questo tema e sull’essenza della parola stessa. Potranno nascere, così, narrazioni plurali, alcune di carattere sociale e civico altre più intime e personali. Come per le precedenti edizioni, il festival è un’occasione per riflettere e dialogare su tematiche contemporanee, per sviluppare consapevolezza e sguardo critico sul nostro oggi |
IV Edizione
2018 | Fuori Visioni 4 | Piacenza c/o Ex Chiesa Sant’Agostino
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CONCEPT - Il controllo
Mai come nel nostro mondo contemporaneo, viviamo in una società del controllo. Le logiche di mercato del capitalismo nelle sue forme attuali, lo sviluppo tecnologico, i dispositivi connessi in rete che sembrano ormai indispensabili; la raccolta dei big data, il profiling delle abitudini, l’utilizzo del web, dove ogni click viene registrato per comporre la nostra identità; marketing e sorveglianza sociale, politica, tutto passa dallo stesso medium, internet. Guardare ed essere guardati, rendersi visibili e condivisibili. Al controllo siamo sottoposti in ogni momento, ed anche quando i suoi meccanismi sono espliciti spesso non riusciamo a sottrarci ad esso, anzi vi collaboriamo quotidianamente. Il controllo, in un mondo dominato dalla paura del terrorismo e del diverso, sta diventando addirittura un bisogno richiesto come primario. Si cerca sicurezza, si ottiene una libertà solo apparente.
III Edizione
2017 | Fuori Visioni 3 | Piacenza c/o Museo civico di Storia Naturale
Con la terza edizione si accoglie la sfida di lavorare in uno spazio pubblico, di chiara definizione e tutt’ora in uso, il Museo Civico di Storia Naturale. Allestire uno spazio già ricco di opere proprie è stata un’occasione di crescita sia sul lato tecnico (posizionamento delle opere rispetto a quelle già installate nel Museo, vincoli strutturali e di tutela del bene storico, normative edilizie in materia di sicurezza) sia personale (il confronto con operatori del settore, con i tecnici e i dipendenti del Museo).
Si è riusciti pienamente a fare dialogare l’arte contemporanea e le opere museali presenti e a connettere pubblici diversi per interessi e passioni artistiche. Anche in questa edizione sono stati invitati artisti piacentini e di altre nazioni, sono state realizzate performance, installazioni fisse, opere visuali di varia tipologia. Formativo il dialogo con l’Amministrazione e i Delegati Comunali. Direzione artistica Fuori Visioni 3: Shiaron Carolina Monacaleano Curatela Fuori Visioni 3: Anna Crepaldi Comunicati stampa a cura di Carlotta Biffi |
CONCEPT – decrescita
Viviamo in una società della crescita, dominata da un’economia della crescita, siamo affamati di ogni cosa, assimiliamo tutto senza spesso capire a fondo di cosa si tratti. Abbiamo letteralmente risucchiato la vita al nostro pianeta, siamo sovrastati da una tartassante informazione virale, schiavi di bisogni superflui, non abbiamo più ideali né limiti. La mancanza di limiti culturali, politici, economici, geografici ed ecologici ci ha portato a un immenso caos sul quale non si ha più tempo di riflettere. L’intento del Festival è proprio quello di fermarsi e pensare, una specie di decrescita consapevole, un sospiro, un passo in dietro, un tentativo di autoriflessione per chiedersi verso cosa stiamo andando e cosa ci siamo lasciati dietro.
Questa operazione richiede prima di tutto una regressione quasi primitiva per risvegliare tutti i cinque sensi, ormai atrofizzati da una dittatura della vista, e un’introspezione sulle sensazioni e le emozioni più profonde della civiltà umana, per tornare a un linguaggio concreto, più genuino, un linguaggio che ci dia la possibilità di uscire dall’alienazione.
L’evoluzione c’è sfuggita di mano e il modo migliore per acquisirne la consapevolezza è fermarsi e fare un passo indietro. Fermarsi e cominciare a respirare, sentirsi prima di sentire.
Viviamo in una società della crescita, dominata da un’economia della crescita, siamo affamati di ogni cosa, assimiliamo tutto senza spesso capire a fondo di cosa si tratti. Abbiamo letteralmente risucchiato la vita al nostro pianeta, siamo sovrastati da una tartassante informazione virale, schiavi di bisogni superflui, non abbiamo più ideali né limiti. La mancanza di limiti culturali, politici, economici, geografici ed ecologici ci ha portato a un immenso caos sul quale non si ha più tempo di riflettere. L’intento del Festival è proprio quello di fermarsi e pensare, una specie di decrescita consapevole, un sospiro, un passo in dietro, un tentativo di autoriflessione per chiedersi verso cosa stiamo andando e cosa ci siamo lasciati dietro.
Questa operazione richiede prima di tutto una regressione quasi primitiva per risvegliare tutti i cinque sensi, ormai atrofizzati da una dittatura della vista, e un’introspezione sulle sensazioni e le emozioni più profonde della civiltà umana, per tornare a un linguaggio concreto, più genuino, un linguaggio che ci dia la possibilità di uscire dall’alienazione.
L’evoluzione c’è sfuggita di mano e il modo migliore per acquisirne la consapevolezza è fermarsi e fare un passo indietro. Fermarsi e cominciare a respirare, sentirsi prima di sentire.
La location – testo di Mariangela Berardi
Teatro del Festival FuoriVisioni sarà, per questa terza edizione, il Museo Civico di Scienze Naturali di Piacenza. Location stimolante e senza dubbio particolare. Il Museo ha sede infatti negli edifici dell’ex-macello comunale della città. Il complesso fu inaugurato nel 1894, e poi ampliato e completato nel 1912 con la costruzione della Fabbrica del Ghiaccio. L’impianto ha prodotto stecche di ghiaccio artificialmente fino al 1973, tramite un sistema basato sull’apporto di energia termica a bassa temperatura e utilizzo dell’ammoniaca come refrigerante.
I macchinari, che occupano in tutto tre stanze, sono ancora oggi conservati e visibili, poiché inglobati all’interno del percorso del Museo stesso.
L’allestimento particolareggiato degli ambienti naturalistici del territorio piacentino ha perciò come cornice le macchine stesse, natura e industria si fondono in un corto circuito particolarmente carico di significati.
In questi ambienti si andrà ad innestare l’arte contemporanea tramite il percorso espositivo, le installazioni e le performance di FuoriVisioni3. Contaminazione nella contaminazione, una scommessa che promette continue suggestioni!
Teatro del Festival FuoriVisioni sarà, per questa terza edizione, il Museo Civico di Scienze Naturali di Piacenza. Location stimolante e senza dubbio particolare. Il Museo ha sede infatti negli edifici dell’ex-macello comunale della città. Il complesso fu inaugurato nel 1894, e poi ampliato e completato nel 1912 con la costruzione della Fabbrica del Ghiaccio. L’impianto ha prodotto stecche di ghiaccio artificialmente fino al 1973, tramite un sistema basato sull’apporto di energia termica a bassa temperatura e utilizzo dell’ammoniaca come refrigerante.
I macchinari, che occupano in tutto tre stanze, sono ancora oggi conservati e visibili, poiché inglobati all’interno del percorso del Museo stesso.
L’allestimento particolareggiato degli ambienti naturalistici del territorio piacentino ha perciò come cornice le macchine stesse, natura e industria si fondono in un corto circuito particolarmente carico di significati.
In questi ambienti si andrà ad innestare l’arte contemporanea tramite il percorso espositivo, le installazioni e le performance di FuoriVisioni3. Contaminazione nella contaminazione, una scommessa che promette continue suggestioni!
II Edizione
2016 | Fuori Visioni 2 | Piacenza c/o Biblioteca Passerini Landi, Palazzo Ghizzoni Nasalli, Chiesa sconsacrata di San Cristoforo
La seconda edizione del Festival ha visto un numero crescente di artisti e un impegno su più giornate e più location. Il Festival si è aperto alla collaborazione di artisti di provenienza non italiana e di diverse età (si inizia la collaborazione con gli studenti del Liceo artistico Cassinari). Per la prima volta ci si è relazionati sia con strutture pubbliche sia private: uno degli obiettivi del Festival, infatti, è, già dalle prime edizioni, il dialogo con la città e le sue architetture, con particolare attenzione a quelle strutture limitatamente frequentate.
Il festival ha visto la collaborazione di diverse scuole di danza, con l’organizzazione di laboratori e lezioni. Si è maturata maggiore consapevolezza nell’allestimento e nella redazione del concept. Si è consolidata la collaborazione tra tutti i membri del team, studiando una efficace divisione dei lavori. Direzione artistica Fuori Visioni 2: Margherita Berselli, Gaia Gustamacchia e Shiaron Carolina Monacaleano Curatela Fuori Visioni 2: Shiaron Carolina Monacaleano e Anna Crepaldi |
CONCEPT- Il viaggio
Fuori dal sistema dell'arte al giorno d’ oggi c'è tutto un non detto, un non visto e un non raccontato che continua ad essere messo da parte.
Da questo nasce la nostra idea, accompagnare lo sguardo ad altro, toccando orizzonti diversi e tematiche lasciate ai margini dell’ informazione.
I partecipanti saranno invitati ad intraprendere un personale viaggio attraverso luoghi, suggestioni ed opere scelte ad hoc, con lo scopo di dar voce a giovani artisti e far rivivere la città.
Una dinamica relazionale che unisce arte, design, architettura e spettatori per dar vita ad un distretto artistico in continua e reciproca metamorfosi.
I Edizione
2015 | Fuori Visioni 1 | Piacenza c/o portici di Piazza Cavalli e Piazza Duomo
Con la prima edizione è iniziato un percorso di creazione di reti sociali indispensabili per fare conoscere il progetto e stringere relazioni di fiducia tra pubblico e tutti gli ideatori del Festival. Si è lavorato principalmente con artisti del territorio e collaborato con scuole di danza locali. Si è sperimentato l’allestimento di spazi aperti e pubblici e le conseguenti criticità e limiti che ogni inizio porta con sé. Già dalla prima edizione si respira la pluralità dei linguaggi, la ricerca nel contemporaneo e il desiderio di dialogo con la città e le sue organizzazioni di artisti e artigiani e tutti i cittadini. Abitare e attivare con l’arte i luoghi storici di Piacenza, vero tema di tutto il Festival.
Da quel 2015 Fuori Visioni è in continua crescita ed evoluzione. Fuori Visoni è un’opera d’arte collettiva che perdura ben oltre il Festival e inizia ben prima. È un percorso di ricerca. Direzione artistica e organizzazione Fuori Visioni 1: Margherita Berselli, Gaia Gustamacchia, Claudia Lozzi e Shiaron Carolina Monacaleano |
FUORI VISIONI
Festival di Arte Contemporanea
FUORI VISIONI nasce nel 2015 da un'idea di Gaia Guastamacchia e Shiaron Carolina Moncaleano, e da allora ha continuato a evolversi tramite le sinergie attivate con la città di Piacenza e con gli artisti che vi hanno collaborato.
Alla sua sesta edizione, il festival entra nel vivo del dibattito contemporaneo e accompagna il visitatore attraverso un racconto da vivere e assaporare, una narrazione liquida che dagli schermi dei computer e degli smartphone irromperà nelle piazze di Piacenza. |